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Modello DADA: le prime impressioni positive dall’Istituto “Dell’Aquila-Staffa”

SAN FERDINANDO DI PUGLIA - L’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Dell’Aquila-Staffa” si pone all’avanguardia nel panorama educativo regionale, diventando il primo istituto di secondo grado a sperimentare il modello di Didattica per Ambienti D’Apprendimento (DADA). Dislocato tra San Ferdinando di Puglia (BT) e Trinitapoli (BT), la scuola ha inaugurato nell’anno scolastico 2023/2024 la sperimentazione delle Aule disciplinari, un progetto ambizioso finalizzato a potenziare l’efficacia dell’insegnamento e a promuovere una didattica innovativa e maggiormente personalizzata.

L’adozione di questa metodologia è stata preceduta dall’osservazione diretta sul campo presso l’Istituto Comprensivo “Foscolo-Gabelli” di Foggia e da un sondaggio rivolto a studenti e docenti, coordinato dalla prof.ssa Annalisa Del Vecchio e dal team responsabile del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF). A confermare e sostenere la validità della sperimentazione durante un collegio, le esperienze dei docenti Paolo Coluccio e Paola Gardonio dell’Istituto “Jacopo Nizzola” di Trezzo sull’Adda, dove il modello DADA è già attivo e produce risultati significativi.

Nonostante le inevitabili incertezze che accompagnano ogni processo di rinnovamento, l’entusiasmo e la determinazione non sono mancate. Il dirigente scolastico, prof. Ruggiero Isernia, ha sottolineato più volte l’importanza della fiducia nelle capacità di autoregolamentazione degli studenti quale elemento chiave per il successo dell’iniziativa.

Questo cambiamento radicale nell’approccio all’insegnamento trasforma il tempo scolastico in un percorso più funzionale e centrato sui ragazzi, protagonisti del loro processo formativo. A due mesi dall’avvio della sperimentazione, i miglioramenti sono già evidenti. La pausa necessaria per lo spostamento da un’aula all’altra ha avuto un impatto positivo sulla qualità dell’apprendimento e sulla capacità dello stare in classe, con una sempre minore richiesta di uscite da parte degli alunni durante le lezioni.

Beatrice, studentessa di secondo anno, conferma: “Il tempo dedicato al cambio di aula aiuta a ricaricare le energie e a concentrarsi meglio nelle ore successive. Inoltre, la personalizzazione dei locali crea un ambiente di apprendimento più coinvolgente e stimolante”. Della stessa idea Natalie, quinto anno, che evidenzia l’efficacia e la funzionalità del nuovo processo organizzativo, con conseguenti benefici per la capacità di attenzione durante le lezioni.

Rispetto agli iniziali timori, il delicato momento del passaggio da una stanza didattica all’altra si svolge in pochi minuti. Non solo, “nell’aula tradizionale i posti degli studenti sono pressoché fissi - racconta il prof. Di Pace, docente di sostegno, favorendo il costituirsi di gruppetti, che ostacolano l’instaurarsi delle relazioni tra i compagni, a discapito dei più fragili. Con il passaggio da un setting all’altro questa logica viene scardinata”, creando di fatto nuove possibilità di socializzazione e integrazione.

Anche il corpo docente beneficia di queste novità. Il prof. Cellamare, insegnante di scienze motorie, evidenzia come i docenti, attendendo loro gli studenti - che si sono mostrati sorprendentemente puntuali - guadagnino tempo prezioso evitando di catapultarsi da una classe all’altra.

È chiaro che l’Istituto è solo agli inizi di una trasformazione profonda, che con il tempo plasmerà in maniera ancora più significativa l’approccio didattico. Ci sono ancora dei passi da compiere, ma il corpo docente è fiducioso e gli studenti hanno accolto con entusiasmo il cambiamento. Dopo la recentissima introduzione degli armadietti personali per agevolare la custodia dei propri effetti, le aule verranno equipaggiate con almeno quattro pc portatili, a supporto del lavoro di gruppo e dell’adozione di metodologie didattiche dinamiche e stimolanti.

In un contesto sociale in rapida evoluzione, che tocca in modo particolare gli adolescenti, la scuola è chiamata a rispondere adeguatamente, preparando gli studenti ad affrontare il futuro con responsabilità e consapevolezza. Il modello DADA si sta mostrando una risposta possibile ad un mondo in rapida evoluzione, una sfida che non lascia ai margini i principali attori del prossimo futuro ma li considera interlocutori attivi e partecipi.

GIACOMO CAPODIVENTO

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