MARGHERITA DI SAVOIA - Di seguito, proponiamo il testo dell’intervista che la candidata sindaco della lista “Più Margherita”, Antonella Cusmai, ha rilasciato al giornalista Mario Colamartino, conduttore del noto programma di approfondimento politico “Il Palco” in onda su Amica9 TV.
D: Dall’esperienza del 2013 sono passati 5 anni: ci riprovi ancora?
R: Sì! Dopo l’avventura bella e amara di 5 anni fa, ci riproviamo. Ma non cominciamo ex novo, non è un partire da zero, perché in questi anni abbiamo cercato di fare un’opposizione costruttiva, per quanto ci è stato concesso, cioè quasi nulla data l’impossibilità di interfacciarsi con l’amministrazione Marrano. In questi anni siamo stati comunque vicini ai margheritani, cercando di trovare le soluzioni ai problemi della città, nonostante non sia stata amministratore di questo paese. È vero, le elezioni non finiscono mai, siamo sempre sotto la lente dei cittadini arrabbiatissimi con la politica e i politici, altrimenti lo tsunami dei Cinque Stelle non avrebbe spiegazione. Cittadini arrabbiati a cui non posso dare torto.
D: Tu sei espressione del PD, ma Più Margherita è una lista di centrosinistra o trasversale?
R: Il vantaggio di un comune al di sotto dei 15mila abitanti come Margherita è che ci porta ad andare al di là degli steccati ideologici. L’exploit dei Cinque Stelle dimostra che i cittadini hanno problematiche che vanno risolte e le soluzioni non sono appannaggio del centrodestra o del centrosinistra, ma di gente competente, di buon senso, che conosce problematiche, soluzioni e strumenti. La nostra è una lista civica, condivisa, con un programma condiviso da gente di sinistra, destra, società civile, associazioni. Perché Margherita è di tutti, è nostra!
D: Nel 2013 la lista era Ricominciamo da Noi. Adesso al centro c'è la città, Margherita, e il simbolo è il Torrione. Che differenza c’è?
R: Sicuramente dagli errori si impara. Ci affacciamo a questa nuova esperienza con più consapevolezza, sapendo che è indispensabile il gioco di squadra e il senso di appartenenza. Mi fanno sorridere coloro che raccattano gente all’ultimo minuto; noi invece lavoriamo a questa lista da mesi, ho lanciato la candidatura già a luglio 2017, quindi è un’esperienza condivisa.
D: Questa candidatura come nasce: era un tuo desiderio o ci sono state pressioni positive affinché tu ci riprovassi?
R: Cinque anni fa non mi sono proposta io in realtà, ma fu frutto di un accordo tra le segreterie dei partiti di centrosinistra. Nel 2018 invece, dopo aver perso le amministrative per poco, gli amici mi hanno convinta a continuare e oggi mi affaccio più forte dal punto di vista sia psicologico che, spero, elettorale. Chi dice che la mia candidatura è frutto di una scelta solitaria mente sapendo di mentire: perché è notorio che ho un’attività politica che risale a 15 anni fa e il mio partito, il PD, mi ha supportata.
D: Se dovesse andar male è vero che abbandonerai?
R: Stavolta mi candido per diventare sindaco, non consigliere. Quindi se ciò non dovesse accadere, non farò il consigliere di minoranza.
D: A Margherita c’è da rifondare tutto?
R: C’è da migliorare, ecco il senso del “Più”. La pulizia, le luci, le piazze, il lavoro che manca, il turismo...non servono progetti faraonici, ma vorremmo aggredire subito i problemi concreti.
D: Mi ha colpito la situazione dell’area mercatale, molto negativa.
R: Quella è una non-area. Precisiamo che quel progetto risale al 2008; finalmente nel 2016 l’area è stata costituita, ma male: non ci sono i canali di scolo, non ci sono attacchi per l’acqua, mancano i bagni, l’asfalto cede ed è stato già rifatto due volte, spendendo circa 100mila euro. In realtà quell'area andrebbe considerata anche per un utilizzo più frequente, perché è uno spazio in cui venivano collocate le giostre per la festa patronale, quindi potrebbe essere utilizzato anche per altro.
D: In una trasmissione passata parlavo di Margherita come di una città baciata dall’Alto: c’è il mare, la spiaggia, l’area naturale, le saline, le terme. Avete tutto, ma cosa vi manca per sfruttarlo al meglio?
R: Secondo me manca la volontà. Sono stanca di sentir dire che siamo sempre fermi alle potenzialità. Non c’è bisogno di grandi cambiamenti, basta mettere seriamente a frutto quello che c’è, come le risorse naturali, ma anche il buon cibo. Di sicuro c’è anche un problema di comunicazione, la nostra realtà non è molto nota.
D: La città come ha reagito a questa seconda candidatura, cosa avverti intorno?
R: Avverto tanto entusiasmo quando incontro la gente ogni giorno. Si avvicinano, mi incoraggiano e mi dicono “ce la dobbiamo fare”, quindi penso di poter rappresentare i margheritani che vogliono farcela, vogliono emergere.
D: La situazione delle altre coalizioni qual è al momento?
R: Secondo me c’è indecisione e confusione. Non mi piacciono quelli che dicono che le liste si presentano all’ultimo minuto: è segno appunto di indecisione, mentre la politica ha bisogno di fatti e decisioni.
D: Le elezioni del 4 marzo hanno presentato un’Italia divisa in due. Che sentore hai sul fenomeno Cinque Stelle a Margherita?
R: Nessuno va mai sottovalutato come avversario, come competitor. Ho un rammarico nei loro confronti, perché, pur essendo presenti a Margherita, non hanno tenuto d’occhio l’operato dell’Amministrazione in questi 5 anni. Si sono affacciati sulla scena politica locale solo adesso per la campagna elettorale. Finora non hanno palesato critiche all’Amministrazione, sono rimasti silenti per 5 anni.
D: Qual è l’addebito maggiore che fai all’Amministrazione Marrano?
R: Il maggiore addebito è il blackout, la frattura fra i cittadini e il Palazzo. Ciò ha creato una ferita che è difficile sanare, perciò credo che compito della prossima Amministrazione sarà dimostrare che i margheritani sono i veri amministratori del loro paese, non sono un’entità diversa dal Sindaco e dalla Giunta. Il mio sogno è sempre stato quello di un bilancio partecipato, in cui siamo i cittadini a dire come spendere le risorse.
D: Hai già in mente la squadra di Giunta?
R: Mi auguro di avere con me tante donne, ma, al di là del genere, saranno accomunati dalla conoscenza del territorio, dalla competenza e dallo spirito di gruppo. I battitori liberi non vanno da nessuna parte.
D: In famiglia cosa dicono di questa nuova candidatura?
R: Purtroppo, li metto sempre di fronte al fatto compiuto, quindi subiscono. In realtà un po’ è stata mia figlia a spingermi a ricandidarmi, quando un giorno è tornata da scuola e mi ha detto: “mamma, tu devi diventare sindaco, perché devi sistemare le scuole”. Mio marito è il mio braccio destro, mentre i miei genitori sono contrari ma poi mi aiutano molto.
D: Non si sa ancora quando si voterà?
R: No, e questa cosa ci sta logorando. L’incertezza non ci fa piacere. Comunque, prima è, meglio è. Per me si potrebbe votare anche domani.
D: Come procederanno queste giornate fino al voto?
R: Abbiamo calendarizzato una serie di incontri pubblici con i cittadini, con le categorie associative, con relatori, consulenti, tecnici che sappiano indicare come muoversi, come utilizzare le risorse. Il primo sarà il 27 marzo su turismo e porto, proprio per confrontarci sulle best practice. Inoltre, ho aperto un comitato in una zona periferica proprio per confrontarmi con la gente; ci saranno anche gazebo e banchetti in piazza.
D: Un’accusa che si fa di solito ai politici è quello di creare il libro dei sogni durante la campagna elettorale. Antonella cosa vuol dire invece ai cittadini?
R: Niente sogni, ma tanta concretezza. Durante gli incontri lanceremo i nostri pochi punti programmatici e mostreremo strumenti e tempi di realizzazione, per far capire alla gente che non sono solo promesse.
GAETANO DALOISO