Hub modulare, l’architetto Matera critica l’installazione in piazza Libertà e chiede il ripristino del decoro urbano

MARGHERITA DI SAVOIA - «In primis nulla questio, ovviamente, sulle norme adottate dall’Ente per drenare dai privati risorse necessarie per implementare l’offerta turistica attraverso eventi, manifestazioni utili a coccolare e fidelizzare il turista.

‘Così fan tutti!’ Good practice, Sir! avrebbe detto Watson.

In tutta onestà, avviso che non c’è nessuna sorta di pregiudizio o speculazione nel commentare lo spasso, lo stupore e la vergogna che suscita la sgrammaticatura del nuovo allestimento in piazza Libertà.

Al momento sono abbastanza lucido nel denunciare la formidabile porcheria vidimata dal governo locale!

È assordante l’evidente sonnolenza dei ‘pettinati e rifugiati innovatori’, ormai rimorchiatori ininfluenti e passivi, incapaci di alzare una diga allo status quo. Non una parola proferita sottovoce, né un tatzebao invecchiato da tirare fuori all’uopo, e neppure un commento da marciapiede contro la sciatteria e l’arroganza sul luogo scelto per l’installazione del padiglione in piazza Libertà!

Purtroppo, ahimè, anche gli occhi di un autentico cretino formatosi all’università del trash, rilevano l’evidente fuori luogo del padiglione allocato che toglie sicura dignità e onore alla piazza e alla città tutta.

Una scelta, visto il risultato, condivisa da una ciurma di avventurieri salpati sul brigantino del capitano uncino di turno.

Soltanto un atto di misericordia, dietro pentimento, per l’evidente sbornia da coffee shop, saprà liberare gli ‘onorevoli deliberanti’ dall’ignominia e dall’obbrobrio determinato, per non aver interpretato con responsabilità o per “disciplina del cartello Lassaiz-faire”, che gli atti licenziati dal liberismo ormai dilagante non hanno limitato in alcun modo lo sponsor a nessun obbligo (superfici, forme, colori, materiali e altezze), e soprattutto il ‘luogo dove sponsorizzare il brand’, così come si sarebbe dovuto fare e certamente praticato da altri comuni ‘meno turistici’ del nostro.

FATE PRESTO!! Titolavano i progressisti di “Repubblica”. LIBERATE QUEL PADIGLIONE, senza dubbio ben fatto devo dire, dalla Piazza! Uscite dalla scuderia, giacché la stessa non è proprietà della patetica e sterilizzata consulta!

Ripristinate con degna ragionevolezza e obiettività la fierezza, l’onore e il prestigio ai proff. Amoroso, Granata, all’architetto Riondino e, soprattutto, ne sono certo, a tutti i turisti che sicuramente vi disprezzano e deridono in isolato e mortificato silenzio.

Soltanto la modestia di correggere la gaffe occorsa vi darà l’orgoglio di aver fatto una cosa utile alla città.

Recuperate il decoro e la saggezza di stare dalla parte giusta e non dalla parte sbagliata degli eventi e, soprattutto, non continuate a mentire a voi stessi, negando di aver deliberato un pasticcio.

P.S.: Una nota umana. Agli arruolati inconsapevoli del ‘prestigio di partecipare come comparse alla ruota della fortuna’ non si può non far notare, con divertimento come fosse un passatempo, che “il logotipo F..K” collocato in questi giorni sul coronamento del padiglione come marchio e scelta aziendale, rimarchi per la legge del contrappasso il versaccio abrasivo, che rivolgiamo a voi tutti qualora dovessimo ancora subire e assistere a questa squallida vergogna alla città.
Penitentiam agite!»

Arch. MATTEO MATERA