Manco, Lombardi, Zingaro: “Chi ha firmato per lo scioglimento del Consiglio comunale ha tradito e condannato la città”

SAN FERDINANDO DI PUGLIA - A seguito dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale (leggi) e delle dichiarazioni rilasciate dall’ex assessora ai Servizi Sociali, Cinzia Petrignano, e dall’ex consigliera delegata all’Agricoltura, Grazia Capriuoli (leggi), arriva la replica di Flora Manco (ex Presidente del Consiglio comunale), Roberto Lombardi (ex assessore ad Ambiente, Transizione ecologica, Igiene urbana, Polizia locale, Sport e Sicurezza) e Pino Zingaro (ex assessore a Manutenzioni, Verde pubblico, Attività produttive e Politiche del lavoro), i quali accusano i tre firmatari di aver tradito la città, rompendo il patto con la comunità e lasciando San Ferdinando di Puglia senza una guida politica, criticando le motivazioni dei “dissidenti” come incoerenti e contraddittorie, e lamentando l’assenza di un confronto costruttivo all’interno della maggioranza, oltre a sottolineare i ritardi e le inefficienze nei settori di loro competenza, giudicando infine l’intera vicenda come l’epilogo arrogante e sleale di eletti che non hanno rappresentato la volontà dei cittadini.

Di seguito, il testo integrale della replica.

Un tradimento alla città

«Stiamo leggendo tante versioni di uno stesso tradimento da parte dei tre firmatari dello scioglimento del Consiglio comunale: Fabio Capacchione, Cinzia Petrignano e Grazia Caprioli. Poco ci interessa conoscere le ragioni delle loro discordanze oggi, ma sappiamo che tre consiglieri di maggioranza hanno deliberatamente rotto il patto con una città, con il suo sindaco e con la maggioranza, e hanno condannato San Ferdinando di Puglia a vivere i prossimi mesi senza una guida politica.»

Motivazioni contraddittorie e incoerenti

«Condanniamo con forza quell’azione dal notaio, che oggi pare avere ragioni disparate, confuse e mutevoli. C’è chi evoca la fiducia venuta meno, si dimette dalla Giunta, ma si dice “a disposizione della maggioranza”, salvo poi firmare lo scioglimento poche ore dopo. C’è chi, in video, presenta la fiera di cui è la delegata, salvo dimettersi a stretto giro, lamentando una disorganizzazione di cui sarebbe la principale responsabile, e dopo qualche minuto va dal notaio. E c’è chi manda pagine di motivazioni di dissenso, correndo poi a firmare per la terza volta in carriera, per poi sparire dai radar... E pensare che solo pochi mesi fa era stato unanimemente votato come consigliere provinciale. Tutto assurdo per come è stato raccontato e argomentato sin qui.»

La maggioranza e il confronto mancato

«Allora serve fare ordine. In una recente riunione di maggioranza avevamo registrato una vivace e normale dialettica di confronto, ma mai si è messa in discussione la tenuta della maggioranza stessa. In un gruppo che si rispetti è normale discutere ed esprimere punti di vista che, seppur diversi, devono portare, per il bene di una comunità, ad una sintesi costruttiva per il buon prosieguo dell’attività amministrativa. Andare a firmare dal notaio è altra cosa.

Avremmo gradito discutere, oltre che della fiera, dei nuovi obiettivi per la seconda metà del mandato, alla luce delle linee programmatiche e di quanto già realizzato. E invece è stata irresponsabilmente tramata la frettolosa fine dell’esperienza amministrativa.»

Il giudizio spetta ai cittadini

«Oggi i tre firmatari si giustificano nascondendosi dietro quel che non sarebbe stato fatto nell’era Camporeale: occorrerebbe ricordare che le somme si tirano dopo la fine del mandato. Anzi, non spetta neppure a loro tre farlo, ma è una democratica prerogativa dei cittadini, che dopo i cinque anni decidono se mandare a casa o confermare l’amministrazione uscente.»

Ritardi nei settori gestiti dai “dissidenti”

«Sarebbe stato più onesto con la città confrontarsi pubblicamente, passando in rassegna settore per settore ciò che è stato fatto e come. Avremmo scoperto che proprio nei settori curati dai “dissidenti” ci sono stati ritardi: dall’assistenza specialistica, alla mensa, alla fiera, e che proprio in certi settori si lamentavano assenze e scarso impegno.

Un epilogo arrogante e sleale

Solo che, spesso, quando non si sa fare o imparare, si finisce per voler insegnare. E quella firma dal notaio, a tradimento, è l’arrogante epilogo di incoerenti e sleali eletti, che non hanno saputo rappresentare la volontà dei cittadini e hanno inteso pronunciare la sentenza: una condanna per San Ferdinando di Puglia, che la città non dimenticherà.»

FLORA MANCO (Già presidente del Consiglio comunale), ROBERTO LOMBARDI (Già assessore ad Ambiente e Sicurezza), PINO ZINGARO (Già assessore a Manutenzioni e Verde pubblico)