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Commento di fine estate: Di Benedetto denuncia il degrado urbano e chiede al Sindaco di sostituire gli assessori responsabili, aprendo ad un nuovo corso amministrativo

MARGHERITA DI SAVOIA - Nel mio precedente intervento sul “Corriere dell’Ofanto” (leggi, ndr), commentando la notizia della esclusione di Margherita di Savoia dalle località balneari con la “Bandiera Blu”, pur rimarcando negativamente l’avvenimento, aggiunsi che non si trattava di qualcosa di tragico ed irreversibile; anzi lo consideravo un monito a migliorare i servizi, a cominciare dalla raccolta dei rifiuti (che costa un botto ai contribuenti margheritani), dalla cura del verde pubblico, dal decoro urbano, dalla viabilità ecc.. Speravo che l’Amministrazione, ma soprattutto i responsabili dei settori (a cominciare dagli Assessori con delega), appresa la lezione, si attivassero per recuperare l’immagine di una comunità scossa dalla esclusione suddetta, per porre rimedio a situazioni di degrado evidenti tentando una inversione di tendenza per preservare gli effetti positivi della imminente stagione estiva.

Purtroppo, con rammarico, ho dovuto constatare che:

- nonostante qualche leggero miglioramento, il servizio della nettezza urbana non è all’altezza di una città turistica e questo, bisogna dirlo, anche a causa dei comportamenti incivili di cittadini e turisti;

- lo stato del verde pubblico, dopo un iniziale periodo di interventi da parte della nuova società appaltatrice, è sotto gli occhi di tutti: aiuole infestate da erbacce, palmizi morti o tagliati in corrispondenza di cantieri edili, terreno cementificato a causa della assoluta assenza di ordinaria manutenzione;

- la viabilità è indecente per la assenza di adeguati controlli da parte della Polizia municipale, sollecita solo nell’elevare contravvenzioni per divieto di sosta ed incapace di far rispettare le regole. L’occupazione abusiva sul lungomare da parte dei locali pubblici di somministrazione di alimenti e bevande è insopportabile, in alcuni tratti non consentiva neppure il normale transito dei pedoni per la presenza invasiva di tavolini, trespoli e tabelle di vario genere e di dubbio gusto. Moto che sfrecciano a velocità sostenuta a tutte le ore, con marmitte truccate che emettono rumori assordanti;

- il decoro urbano è una chimera, mortificato da un costante e continuo mercato all’aperto (talvolta contrabbandato da sedicenti mostre dell’artigianato) che impegna le parti vitali del territorio, con tutti i problemi di igiene che ne derivano. Dopo lo spettacolo di un mercato che per cinque giorni ha allietato una festa patronale che andrebbe completamente ripensata ed organizzata, l’occupazione di suolo per le attività mercatali ha avuto un prosieguo con la cosiddetta “mostra dell’artigianato” (che di artigianato non aveva nulla), che ha trasformato la parte più a nord del lungomare in un vero e proprio bivacco.

Potrei continuare ad elencare la lunghissima serie di sfregi che deturpano la città e che incidono sulla sua immagine e sulla sua economia (vedasi, da ultimo, l’occupazione di piazza Libertà con quell’orribile chiosco nero), ma mi fermo per chiedere ai nostri Amministratori se quello che denuncio è il frutto della mia immaginazione, della visione distorta della realtà, oppure è un quadro reale della situazione in cui versa la città.

Anche la meritoria ripresa dell’evento “Margherita d’oro”, in un contesto come quello innanzi descritto, rischia di essere una superflua passerella di autorità e di amministratori.

Sono pronto a riconoscere i miei errori di valutazione di fronte a contestazioni motivate da parte dei responsabili della cosa pubblica, ma se queste non intervengono perché quanto denunciato risponde al vero, che aspetta il Sindaco Lodisposto (nei cui confronti non nutro alcun rancore personale, pur contestando aspramente la sua gestione amministrativa) a porvi rimedio, procedendo alla sostituzione degli Assessori direttamente responsabili di questo stato di degrado?

Che aspettano i Consiglieri di maggioranza (a cominciare dal Presidente del Consiglio) a far valere la loro funzione pubblica a tutela dell’interesse collettivo, così dismettendo un atteggiamento compiacente che li rende complici dei diretti responsabili?

Sia ben chiaro che non chiedo le dimissioni di Lodispoto e non invoco il ricorso alle urne, non solo perché rimarrei inascoltato, ma perché sono convinto che non vi è una classe dirigente pronta a governare la città. Sono convinto, però, che è indispensabile un sussulto di orgoglio e di dignità da parte di tutta la cittadinanza, diversamente, i nostri figli (e nipoti) erediteranno solo il deserto economico, sociale e culturale di una comunità tradita e vilipesa.

Se il Sindaco Lodispoto intende avviare un percorso nuovo e chiudere la sua esperienza amministrativa con onore, dia un segnale di apertura a tutte le componenti della società salinara e dismetta gli atteggiamenti di intolleranza che finora hanno avvelenato i rapporti anche interpersonali.

Avv. PIETRO DI BENEDETTO