MARGHERITA DI SAVOIA - «Gent. Redazione, Vi chiedo la possibilità di rettificare, tramite voi, un refuso apparso su un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno a proposito della destinazione a caserma dell’ex Municipio. La difficile situazione che sta attraversando detta testata non ci consente di pubblicarla altrimenti. Vi ringrazio anticipatamente a nome di tutti i firmatari».
GIUSEPPE CASTIGLIONE
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In relazione alla lettera inviata e pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno sulla nostra proposta di destinare l’ex Palazzo di Città ad attività culturali e servizi turistici, e non come caserma per la Guardia di Finanza precisiamo quanto segue.
Nella nostra comunicazione al giornale non si è fatto alcun riferimento alla risposta del Sindaco, per cui non abbiamo mai detto la frase “senza però avere risposta”.
Si tratta di un refuso involontario per il quale comunque ci scusiamo.
La mancata risposta in realtà è quella dei comandi della Guardia di Finanza regionale e nazionale. Infatti, prima di scrivere al Sindaco avevamo scritto ai responsabili della Guardia di Finanza per suggerire una soluzione alternativa a quella dell’ex Palazzo di Città e secondo noi più rispondente ai bisogni di una caserma.
Dalla Guardia di Finanza non è arrivata alcuna risposta e non sappiamo spiegarci il motivo.
Cogliamo l’occasione per confermare, qualora non sia chiaro, che la nostra azione non è rivolta contro l’Amministrazione comunale, il Sindaco o la Guardia di Finanza, ma è alla ricerca di una soluzione per la collocazione della nuova Caserma della Guardia di Finanza che non tolga alla città una struttura storica importante come il vecchio Palazzo di Città.
Secondo noi la ricerca di una nuova sede della Tenenza della Guardia di Finanza non può essere un compito solo del Comune, che dovrebbe cedere un bene di pregio architettonico ed economico e sostenere le spese di manutenzione necessarie, senza che lo Stato ed il Governo intervengano per sostenere costi di loro competenza. Il demanio statale, sotto diverse forme, è proprietario di immobili e terreni a Margherita che spesso ostacolano lo sviluppo del paese. Ci sono, a nostro avviso, altri soggetti che devono fornire il loro contributo come i diversi ministeri competenti, il demanio pubblico statale, Atisale, ecc.
Considerata l’importanza dell’edificio, confermiamo la nostra volontà di cercare insieme a tutti i soggetti interessati (Comune di Margherita di Savoia, Comando della Guardia di Finanza, Atisale, Ministero delle Finanze, Ministero dell’Interno, Ministero della Difesa, associazioni culturali, associazioni di volontariato, associazioni di imprese turistiche e altri soggetti o enti coinvolti) una soluzione capace di tenere conto delle esigenze di entrambi i soggetti, i cittadini Margheritani e la Guardia di Finanza.»
GIUSEPPE CASTIGLIONE, SAVERIO RUSSO, MICHELE DISTASO, ANTONIO RIONDINO, ENZO RUSSO, VINCENZO GAMBATESA, GIOVANNI SCHIAVULLI, BERNARDO BARRA
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IL NOSTRO SÌ ALL'IPOTESI GUARDIA DI FINANZA
Egregio prof. Castiglione, pur non essendo attori protagonisti dello scambio epistolare tra Voi firmatari della lettera a “difesa” dell’ex Municipio salinaro e la Gazzetta del Mezzogiorno, riteniamo opportuno pubblicare la Vostra rettifica allo scopo di informare la cittadinanza, come sempre facciamo. L’occasione ci è utile per ribadire la nostra solidarietà al direttore, ai giornalisti e ai lavoratori dello storico quotidiano pugliese per la sospensione delle pubblicazioni. La Gazzetta del Mezzogiorno è un punto di riferimento essenziale dell’informazione e della cultura del nostro territorio.
L’occasione è anche propizia per dire la nostra sulla questione del trasferimento della Tenenza della Guardia di Finanza presso l’ex Palazzo di Città. Lo facciamo entrando nel merito della Vostra lettera di rettifica che, consentitecelo, ci pare una pezza peggiore del buco. Al “refuso involontario” che scagiona il sindaco Lodispoto dal “non aver dato alcuna risposta”, e alle accuse di “mancata risposta” lanciate ai Comandi regionale e nazionale della Guardia di Finanza (a nostro avviso istituzionalmente corretta nei confronti dell’Amministrazione comunale salinara chiamata a decidere), si scrive testualmente che affidare l’ex Palazzo di Città alla Guardia di Finanza significa “togliere alla città una struttura storica importante”.
Noi la pensiamo diversamente! Per noi, affidare l’ex Municipio alla Guardia di Finanza significa valorizzarlo, sia da un punto di vista storico-culturale, sia da un punto di vista civico. Pensiamo di interpretare la decisione dell’amministrazione comunale salinara quale doveroso riconoscimento per il “costante controllo del territorio, per la generosità e lo spirito di collaborazione profuso” dalla Guardia di Finanza nella nostra città, con particolare riferimento al lavoro svolto - assieme alle altre Forze dell’Ordine - durante il periodo di lockdown nel far rispettare le vigenti disposizioni anti-Covid. Oggi più che mai, i cittadini salinari sappiano che lo Stato c’è! Ed è al centro della vita cittadina.
Apprendiamo che per “difendere” l’ex Palazzo di Città dal “pericolo” di snaturamento da “palazzo dello Stato” a “tenenza di un corpo dello Stato” si sia costituito (o sia in fase di costituzione) un Comitato (quasi totalmente formato da intellettuali di Sinistra) e ci chiediamo: dove eravate quando c’era bisogno di “Sinistra”? Per quale motivo, ad esempio, nel 2017, non avete promosso un Comitato per difendere gli operai di Atisale - la stessa Atisale che oggi chiamate in causa nella Vostra missiva a “difesa” dell’ex Palazzo di Città -, allorquando silenzio ed indifferenza circondava il dramma dei tanti dipendenti che vedevano a rischio il loro posto di lavoro? Oppure, quando la delegazione dei dipendenti Atisale manifestava sotto la sede del Monte dei Paschi di Siena e della Rai. O quando gli stessi, riuniti in assemblea straordinaria, discutevano della paventata ipotesi di una cessione della Salina di Margherita di Savoia in mani straniere. O, ancor peggio, quando le organizzazioni sindacali rivendicavano sicurezza sui luoghi di lavoro e rispetto dei loro diritti. Eppure, anche i lavoratori Atisale erano, e sono, una risorsa da difendere, una “struttura importante” intimamente legata alla nostra comunità.
E se si è comunità, si è comunità sempre. Non solo quando conviene.
Redazione CorriereOfanto.it