La chiusura del cimitero al lunedì penalizza i cittadini, soprattutto gli anziani

TRINITAPOLI - Il tradizionale pellegrinaggio del lunedì al cimitero si è improvvisamente interrotto lo scorso novembre, quando i Casalini si sono trovati il cancello chiuso e hanno dovuto tornarsene a casa con i fiori comprati, come di consuetudine, al mercato settimanale del lunedì, dove si risparmia sino al 50% sull’acquisto di quasi tutti i prodotti in vendita.

E sono stati tanti quel giorno a pensare... ad una malattia del custode. Qualcuno non ha fatto subito marcia indietro con la macchina, ma è sceso ed è andato a leggere il cartello con gli orari di apertura del luogo sacro, scoprendo che il giorno di chiusura è stato spostato dal mercoledì al lunedì!

Diffusasi la voce, gli assidui frequentatori del cimitero si sono chiesti quale fosse la ragione per cui il Comune avesse cambiato la giornata, considerando che già la chiusura di un giorno è mal tollerata, perché i cimiteri, come le chiese, sono luoghi che dovrebbero restare sempre aperti. Non pare essere un’idea peregrina dal momento che sui siti ufficiali dei vari comuni e dell’Arcidiocesi di Trani risultano sempre aperti, ad esempio, i cimiteri nelle città di Andria, Trani, Bisceglie, Canosa, Spinazzola, Corato, Margherita di Savoia.

Sorprende questa decisione, perché la maggioranza dei trinitapolesi sfruttava l’opportunità del mercato settimanale per risparmiare qualche soldino nel fare omaggio di un fiore ai propri defunti. Un desiderio di risparmio ancor più legittimo ai nostri giorni, poiché le entrate di una famiglia sono falcidiate da un rincaro generalizzato del costo della vita.

È una protesta reale che proviene soprattutto dai più anziani che vivono con pensioni minime e che considerano la visita al cimitero una delle attività più significative della loro settimana. Non si conoscono ancora le ragioni ufficiali di tale cambio di giornata. Però, si vuol ben sperare che la decisione non derivi dalla richiesta dei titolari dei negozi di piante e fiori del paese. Infatti, bisognerebbe evitare che certi venti di politica nazionale, volti a penalizzare i più poveri, comincino a spirare anche in periferia, concedendo a quattro commercianti di limitare gli acquisti nei mercati settimanali, un punto di riferimento importante per chi non si può permettere corbeille di orchidee per i propri defunti.

Di fatto, si è tolta alla popolazione la possibilità di rifornirsi al mercato e di risparmiare sul costo dei fiori da portare al cimitero.

Se il mercato danneggia le attività commerciali del luogo, che facciamo allora? Aboliamo forse il mercato settimanale?

Si confida nella lungimiranza dei Commissari prefettizi, che vorranno sperabilmente rivedere la decisione nella logica di venire incontro a un’esigenza dei cittadini più anziani, anche se questa dovrà scontentare qualche fioraio.

ANTONIETTA D’INTRONO