MARGHERITA DI SAVOIA - «Mio malgrado, sono costretto a rispondere al comunicato del consigliere Quarta (leggi, ndr) che, spero in buona fede, nel tentativo di ergersi ad “interprete autentico” del regolamento del funzionamento del Consiglio Comunale, non rinuncia a segnalare irregolarità nella gestione dell’Assemblea con la capziosità e l’acredine cui, ormai, siamo abituati.
Basterebbe leggere tutto il Regolamento e non estrapolare artificiosamente dal contesto il singolo articolo per comprendere che, durante il consiglio comunale del 25/10/2024, ad avviso del presidente del consiglio e del Segretario generale, che supporta lo stesso presidente nella gestione della discussione, non vi è stata alcuna irregolarità nello svolgimento dei lavori, sia formale che sostanziale.
È evidente che gli articoli del regolamento citati nel comunicato del consigliere Quarta si riferiscono e, a mio modesto avviso, sono direttamente applicabili a quegli argomenti all’ordine del giorno che prevedono una votazione finale. Risulta evidente che gli artt. 30 e 38, enfaticamente invocati dal Quarta, sono propedeutici e funzionali alle successive operazioni di voto, come risulta chiaro dalla lettura degli articoli successivi e precedenti.
Non è il caso dell’accapo in questione e oggetto della polemica, in quanto lo stesso è rubricato all’o.d.g. del Consiglio del 25/10/2024: “Comunicazioni del Sindaco”. Su questo accapo, come è evidente, non è prevista alcuna votazione e, di conseguenza, non sono previste particolari formalità nella discussione.
Ritengo che su questo punto sia stata fatta chiarezza, malgrado io non possa avvalermi del qualificato Centro Studi di cui dispone invece il consigliere Quarta.
Nell’ultimo Consiglio, ogni consigliere - Quarta compreso - che ha chiesto la parola ha avuto la possibilità di commentare in maniera ampia ed esaustiva le comunicazioni del Sindaco nell’arco di tempo previsto dal regolamento. Tuttavia, specie in considerazione del fatto che l’assise comunale era impegnata a discutere formalmente sul tema concernente “sicurezza e legalità”, con la partecipazione in veste ufficiale dei rappresentanti delle forze dell’ordine, ho ritenuto dare allo stesso primo cittadino la facoltà di un commento finale, anche in ossequio alle sue prerogative di ufficiale di governo, cui sono riconosciuti i “poteri volti a prevenire e eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica”.
Scelta discutibile? Dal mio punto di vista, scelta doverosa.
Aggiungo che il regolamento del consiglio prevede che nessun consigliere possa intervenire se il Presidente non gli riconosce formalmente la facoltà. Se un consigliere, nonostante i ripetuti richiami, si ostina a parlare a microfono aperto senza alcuna autorizzazione, al Presidente non resta che disporre la chiusura del microfono pur di ripristinare il regolare svolgimento dei lavori ed evitare che la discussione degeneri. È successo nell’ultimo consiglio e, in futuro, in analoghe circostanze, mi vedrò senz’altro costretto ad applicare lo stesso metodo.
Infine, ancora una volta, devo chiedermi il perché si sia voluto pesantemente polemizzare su un argomento come questo, che rischia di essere letto all’esterno come le solite beghe di una politica litigiosa e inconcludente. Forse Quarta non ha, ancora una volta, saputo resistere alla tentazione di sentirsi fenomeno per un giorno affidando alle testate giornalistiche espressioni quali: “Presidente inadeguato” o “Sindaco impara a leggere la Costituzione”. La politica non è un ambito dove cercare di dare irrazionalmente soddisfazione alle proprie pulsioni emotive o dove dare libero sfogo ad acredini e rancori personali, ma è luogo di ragionamento e riflessione, nella certezza che serenità e perseveranza - piuttosto che un’affannosa e improduttiva ricerca di visibilità quotidiana - alla lunga sono ripagati con gli interessi.»
GIUSEPPE DIELLA