“Scatti dall’isolamento”: nella biblioteca di Trinitapoli le foto che documentano un anno drammatico di storia locale

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TRINITAPOLI - Alan Kurdi era un bambino siriano di tre anni, di etnia curda, divenuto un simbolo della crisi europea dei migranti dopo la sua morte per annegamento. L’iconica foto, scattata al ritrovamento del suo corpo senza vita su una spiaggia, si è rapidamente diffusa in tutto il mondo sollecitando numerose risposte internazionali.

La forza dell’immagine induce a riflettere, sia prima che dopo lo scatto. È stato l’obiettivo di “Scatti dall’isolamento”, una mostra on line, promossa dal Centro di Lettura Globeglotter, che ha indotto molti fotografi in erba (e non solo in erba, perché c’è anche Peppino Beltotto) a racchiudere in uno scatto il senso di questo tempo sospeso.

Guardando le foto della miriade di iniziative svolte tra le quattro mura domestiche, vien da chiedersi se un giorno si rimpiangeranno le “stanze di rianimazione” piene di libri e quotidiani, le colazioni romantiche “fuori porta” sul balcone, i papà che insegnano alle figlie le tecniche della fotografia pittorica, le mamme che si inventano tuffi nei mari Divano e Poltrona e disegni imbratta-muri. Il “salotto buono” e i saloni lindi e raffinati di casa non sono stati più stanze da “ostentare” ma sono diventati luoghi familiari di svago dove ha dominato il disordine “creativo” e non l’ordine “repressivo”.

Non c’è niente di peggio in questa crisi se non il rischio di sprecarla”, ha detto Papa Francesco, mentre Don Francesco Fiorillo, in una delle sue poesie che abbiamo presentato di recente nel nuovo salone della Caritas di Trinitapoli, scrive che “È finito il tempo di vivere per se stessi, camminiamo a piedi scalzi, lasciamo l’arroganza, gettiamo via la prepotenza, dimentichiamo l’immortalità”.

Facciamo il pieno di belle parole, di testi da scrivere, di libri da leggere, di foto da scattare, di arte da sperimentare, di idee da proporre. Facciamo il pieno proprio in questi giorni difficili, perché di vuoto ne abbiamo prodotto fin troppo.

Le crisi che sembrano bloccarci in realtà aprono spazi, rompono gusci di comodità e creano condizioni per metterci di nuovo in marcia. Sono questi momenti di sospensione, di attesa che rinnovano il mondo. Non dobbiamo temerli ma “attraversarli”, come la barca che naviga con i venti contrari per arrivare ad un porto sicuro.

Molti hanno navigato, anche contro vento, in questo tempo di tempesta ed hanno prodotto libri, foto, hanno recuperato documenti come nella scuola elementare “Don Milani” di Trinitapoli, dove è stato allestito un Archivio di tutti i documenti scolastici del secolo scorso.

Con questa mostra il Centro di Lettura Globeglotter ha voluto documentare, soprattutto per immagini, un pezzo drammatico di storia locale che ha registrato la perdita di 31 concittadini morti per Covid ma che ha anche dimostrato la forza di volontà di una comunità che non si è arresa alle intemperie della vita ed è riuscita anche a danzare nella tempesta.

La mostra delle foto scattate da Peppino Beltotto durante l’isolamento e l’archivio allestito da tutto il personale della scuola elementare “Don Milani” rappresentano due raggi di sole nel buio pesto di una pandemia che non accenna ancora a scomparire.

ANTONIETTA D’INTRONO

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