TRINITAPOLI – La Città ha dato l’ultimo saluto al Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, in quiescenza, Mauro De Giulio, servitore dello Stato pluridecorato per le brillanti operazioni di polizia giudiziaria nella lotta al terrorismo e, in particolare, alla criminalità.
In servizio presso il Raggruppamento di Milano (dal 1973 al 1987), il 27 settembre 1984 partecipò all’arresto del “tebano” di Catania, Angelo Epaminonda, insieme al sostituto procuratore di Milano, Francesco Di Maggio, e al Capo della squadra mobile del capoluogo lombardo, Achille Serra. Inoltre, prese parte anche all’arresto di Renato Vallanzasca, Rosetta Cutolo, sorella di Raffaele, boss della Camorra, Donato Lopez (banda Cavallero), ecc.
Il Prefetto di Milano, nel 1987, gli concesse l’autorizzazione a fregiarsi della Croce d’argento. Il 4 ottobre 1994, il Ministero dell’Interno conferì all’allora Assistente Capo della Polizia di Stato, Mauro De Giulio, un encomio solenne a seguito di un intervento del 1992, allorquando, libero dal servizio, venuto a conoscenza di una rapina a un furgone portavalori sulla SS 16 bis nei pressi di Cerignola (27 ottobre 1992), con grande senso del dovere ed incurante del pericolo, si portava immediatamente sul luogo, in aiuto dei colleghi, ed ingaggiava un conflitto a fuoco contro dodici banditi, costringendoli alla resa. In seguito, Mauro De Giulio è stato dichiarato “Vittima del dovere”.
Al rito funebre, officiato da Mons. Stefano Sarcina, nella chiesa della Trinità, hanno preso parte rappresentanti del Comune (vicesindaco Cosimo Muoio), della Polizia di Stato, della locale stazione dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia locale (comandante Giuliana Veneziano).
GAETANO SAMELE