MARGHERITA DI SAVOIA - 14 Ottobre 1977, dall’Hansa Studio by the Wall (Berlino Ovest), in un’atmosfera tetra e malinconica, a soli 500 metri dal muro che divide in due la città, il “Duca Bianco” David Bowie irradia audace coraggio in un eroico grido di speranza che segnerà per sempre la storia del rock.
Pianoforte, basso elettrico, chitarra ritmica e batteria, plasmano un inciso epico, glorioso, suggestionante, icona di un concetto ardente, radicato nella temerarietà più esasperata, metafora della vita e di un periodo di crisi e tormento assoluto in cui versava Bowie, distrutto da alcool, cocaina e della conseguente prontezza con cui improvvisamente inizia la rinascita umana e professionale.
“Heroes” è un’invocazione estrema dell’ultimo romantico rimasto su un pianeta ormai distrutto, deturpato, inquinato dall’imprudenza umana, come se le sequenze del video, che vedono il cantautore britannico, in controluce, stagliarsi contro un fondale scuro, presagissero le sventure di un futuro sempre più infausto della Terra, dettato, nella fattispecie che stiamo per analizzare, dai cambiamenti climatici.
Un gravissimo deficit idrico sta attraversando l’Italia in queste settimane, l'associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari (ANBI), l’ha ribattezzato come “Grande sete”. Scarsità di piogge e nevicate, ondate anomale di calore durante l’inverno, rappresentano la sintesi perfetta di una siccità insidiosa, che scaturisce un’emergenza onnipresente nella maggior parte della penisola: si assiste al cosiddetto “cuneo salino”, l’avanzamento del mare nel delta del Po, che mette a repentaglio l’attività d’irrigazione, compromettendone le coltivazioni e contaminando il terreno, ma dopo Emilia-Romagna e Lombardia, l’epicentro si estende verso il centro. In Toscana Ombrone e Bisenzio appaiono quasi azzerati, nel Lazio e nella capitale dall'inizio dell'anno, è piovuto il 63% in meno e in provincia ci sono stati, in pochi giorni, 500 interventi dei Vigili del Fuoco per incendi. Nelle Marche i volumi d'acqua, trattenuti negli invasi, calano di un milione di metri cubi a settimana, al Sud e nelle Isole sono le temperature particolarmente elevate a caratterizzare il periodo: ad esempio in Basilicata si segnalano disponibilità idriche deficitarie di circa 37 milioni di metri cubi rispetto l'anno scorso. Resta, invece, ancora positivo il bilancio dei principali bacini pugliesi, nonostante un prelievo settimanale superiore ai 14 milioni di metri cubi.
La domanda sorge spontanea: non ci sono scorte? In realtà esistono ma sono intaccate, l’Italia è ricolma di fiumi, ghiacciai e bacini artificiali, ma al momento non sono sufficienti, perché servirebbero quantità enormi in virtù della stagione estiva, a tutto ciò si somma l’irrefrenabile cementificazione di ampie porzioni di territorio e l’inadeguatezza della rete idraulica dopo anni di mancati investimenti per la prevenzione idrogeologica. È inevitabile, per il Ministro delle Politiche agricole Patuanelli, decretare lo stato di crisi, con la necessità, di questo passo, di razionamenti dell’uso dell’acqua nelle ore diurne oltre che notturne, rivolgendo priorità ad usi civili.
La desertificazione, gli incendi ed il prosciugamento delle acque dolci è una conseguenza dei cambianti climatici, un’avvisaglia che continua a renderci vulnerabili, ma non muta le scelte errate che imperterriti proseguiamo a commettere, non serve semplicemente denunciare con cartelloni, slogan evanescenti e mediante vane indignazioni, bisogna agire immediatamente senza aspettare l’iter burocratici governativi, partiamo da noi e da atteggiamenti responsabili per il pianeta… “We can be heroes, just for one day”.