“Natale significa regalare emozioni e non oggetti”. Parola di Leo

TRINITAPOLI - Tutti buoni a Natale, si è soliti ripetere. Leo Sarcina, di professione pizzaiolo, ha preso questo invito molto sul serio da anni regalando una serata di musica e convivialità alle persone che considera le meno fortunate del paese: i disabili. Quest’anno, dopo una sosta durata due anni a causa della pandemia, ha invitato tutti coloro che alloggiano nel centro di riabilitazione del Villaggio del Fanciullo e i disabili accompagnati dai loro famigliari che frequentano la Cattedrale di Santo Stefano, felice di offrire loro qualche ora di svago.

Insieme hanno trascorso una serata piena di allegria ma anche di tanta commozione. Franco Scisciolo, l’animatore che per anni aveva cantato, scherzato e strappato loro risate a crepapelle, quest’anno non era presente. Qualche mese fa un infarto lo ha fatto sparire fulmineamente dalla faccia della terra lasciando la sua grande famiglia e l’ancor più grande famiglia di amici e di ballerini, sia di Trinitapoli che di Margherita di Savoia, nella disperazione più nera perché Franco riusciva a rianimare anche le mummie.

Nelle piccole città di provincia come le nostre sono personaggi come Franco Scisciolo e il suo amico Leo Sarcina che riescono a dare un tocco di umanità a tutte le attività che svolgono e a creare un’atmosfera di solidale accoglienza. Leo Sarcina, ad esempio, che di recente ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dalla Guida dello chef di pizza stellato, ha reso felici tutti i clienti più affezionati della sua pizzeria perché hanno considerato questa stella un premio non solo alla bontà della sua pizza ma anche alla determinazione, alla passione per il proprio lavoro e al suo coraggio di ricominciare.

Cinque anni fa la sua pizzeria, “La dolce vita”, fu distrutta da un incendio doloso che, dall’oggi al domani mise in mezzo alla strada un’intera famiglia, decisa a chiudere un’attività costata tanta fatica e tanti sacrifici.

Leo, però, non si è arreso e con le sue “armi”, cioè farina, pomodori e mozzarella, ha ripreso a lottare e a ricostruire il suo avvenire. La “Stella” non è soltanto un premio ma è anche un simbolo per tutti i trinitapolesi, di come si può reagire alla violenza e al malaffare. Tre parole magiche: coraggio, lavoro e creatività. Le sue pizze sono una delizia per il palato e soprattutto possono essere digerite facilmente anche dagli stomaci più problematici, grazie alla cura della lievitazione e alla qualità degli ingredienti, in particolare delle farine biologiche che usa.

Natale è soprattutto questo: regalare sorrisi e allegria a coloro che nell’elenco delle loro priorità hanno una sola voce: la salute. Si è aperto il cuore quando una anziana signora non vedente, battendo le mani al ritmo di “O Sarracino” di Renato Carosone, ha gridato a Leo: “Grazie! Che la Madonna ti accompagni”.

ANTONIETTA D’INTRONO (Foto: Giuseppe Beltotto)

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