“Prima gli esseri umani, prima gli sfruttati” è lo slogan proposto in piazza da Articolo 1 MDP/LeU

TRINITAPOLI - Sul pannello di apertura dell’incontro pubblico, che Articolo 1 MDP/LeU ha organizzato a Trinitapoli venerdì 22 giugno, era scritto “Prima gli esseri umani, prima gli sfruttati”, uno slogan controcorrente proposto da una comunità poco avvezza a farsi coinvolgere dai pregiudizi e dall’indifferenza.

Gli oratori della serata, l’avvocato on. Arcangelo Sannicandro e il parlamentare europeo Massimo Paolucci, hanno cercato di far riflettere “la piazza” sul tema dell’immigrazione, un argomento che sta suscitando sentimenti xenofobi, soprattutto in seguito alle esternazioni del neo ministro Matteo Salvini sulle sedicenti “crociere” dei migranti.

Quando chi ha potere parla al basso ventre e non alla testa o al cuore della gente significa che il momento è grave. E la democrazia non se la passa bene. Nessuno ha formule magiche ma questo è il tempo dello studio e della fatica di comprendere le ragioni degli ultimi della terra, spingendo tutti gli stati europei a trovare le soluzioni meno traumatiche per chi riceve ma anche per chi dà aiuto. Al di là della disumana propaganda leghista, non c’è da vergognarsi se si afferma a gran voce che non si possono lasciare persone (es-se-ri u-ma-ni!) a marcire in mezzo al mare.

È arrivato invece il momento di promuovere riflessioni collettive, senza sconti, e di porre domande difficili, alle quali bisogna dare delle risposte, trovando il coraggio di raccontare quello che molti preferiscono ignorare. Arcangelo Sannicandro, ad esempio, si è chiesto perché questa folla di disperati fugge dalla propria patria e rischia la morte in mare. E la risposta “impopolare” è che nel mondo ci sono 70 stati coinvolti nelle guerre, 29 soltanto in Africa, e che gran parte delle armi che vengono utilizzate in questi feroci e sanguinosi conflitti vengono vendute da trafficanti italiani. I poveri non dichiarano guerre, le subiscono soltanto e l’unica speranza che hanno di sopravvivere è scappare.

Certo, ha sottolineato Massimo Paolucci, l’Italia è più esposta, per vicinanza alle coste africane, agli sbarchi ma questo non impedisce alle forze progressiste italiane ed europee di trovare soluzioni umane che abbattano i muri dei “nazionalismi”. Il parlamentare ha poi spiegato che la sinistra europea non sostiene un’accoglienza senza regole ma ha votato innanzitutto una riforma del Trattato di Dublino, approvata dal Parlamento Europeo e mai discussa dai capi di stato e di governo dell’Unione. La riforma prevede una CONDIVISIONE DI RESPONSABILITÀ DEGLI STATI MEMBRI che sostituisce il criterio (pessimo!) del Paese di primo approdo con un meccanismo di ridistribuzione tra tutti i paesi della UE dei richiedenti asilo e impone sanzioni su fondi strutturali per i Paesi che violano gli obblighi di accoglienza.

C’è, purtroppo, una grande contraddizione in seno al governo leghista/pentastellato. L’Italia deve decidere da che parte stare, se con i Paesi mediterranei e coloro che chiedono solidarietà, oppure con Orban e l’Austria, l’asse a cui punta Matteo Salvini che è disposto a sacrificare gli interessi italiani per un’alleanza tutta politica che ha come fine lo smantellamento della UE. Nel frattempo si prendono decisioni gravi, illegittime dal punto di vista internazionale e soprattutto vili e disumane, perché la battaglia sulla condivisione europea non deve essere fatta sulla pelle di esseri umani, divenuti gli “ostaggi” del nuovo corso leghista. La sinistra farà l’impossibile affinché la parola SOLIDARIETÀ diventi il leitmotiv di tutta l’Europa, storicamente culla della civiltà.

ANTONIETTA D’INTRONO