TRINITAPOLI - Organizzato dal movimento “Fabbrica del Futuro”, fondato dall’ex sindaco Francesco di Feo nel dicembre 2015, si è svolto giovedì 29 febbraio scorso, presso l’Auditorium dell’Assunta di Trinitapoli, un convegno sul tema: “Differenza tra azione preventiva e azione sanzionatoria. Applicazione dell’art. 143 del TUEL”. Articolo applicato dal Ministero dell’Interno per sciogliere il Consiglio comunale di Trinitapoli, attualmente retto da una Commissione straordinaria, nominata contestualmente al decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica del 05.04.2022.
Ad introdurre i lavori è stata la Presidente della Fabbrica del Futuro, Maria Grazia Iannella, già vicesindaco del Comune, sia con Francesco di Feo che con Emanuele Losapio. La Iannella ha sostenuto che “gli attacchi politici e i sospetti nati da esposti hanno provocato lo scioglimento del consiglio comunale, avvenuto - ha specificato - durante l’amministrazione Losapio”. “Sfido chiunque - ha poi aggiunto - a trovare traccia nella relazione ministeriale di una sola ragione che motivi la mia incandidabilità”. “Non comprendo perché questa sanzione sia toccata solo a me, a Roberto di Feo e ad Emanuele Losapio. Eppure - ha concluso Iannella - non esiste alcun rilievo da parte della magistratura”, dichiarandosi “vittima” dell’art. 143 del TUEL.
Dopo i saluti di Massimo Cassano, capo della segreteria politica nazionale dell’UDC, Francesco Lanotte, consigliere regionale di Puglia Popolare, e Ruggiero Grimaldi, segretario provinciale della Lega nella BAT, sono intervenuti in qualità di relatori Francesco De Cosmo, ex assessore al Comune di Cerignola, Guglielmo Cavallo, ex sindaco di Ostuni, mandato a casa dall’art. 143, e Piero Paciello, direttore del quotidiano foggiano “L’Attacco”. Paciello, nel ricordare che sei Comuni della Capitanata, dal 2015 al 2023, sono stati sciolti per condizionamento mafioso: Monte Sant’Angelo, Mattinata, Cerignola, Foggia, Ortanova e Manfredonia, ha sostenuto che “le norme antimafia sono lontane dallo stato di diritto. Sono inutili e dannose”. Citando, a sostegno delle sue tesi, alcune frasi di Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia nella passata legislatura, e di Claudio Fava, ex Vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia (dal 2013 al 2017). “Quando è venuto a Foggia, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi - ricorda il direttore de “L’Attacco” - aveva promesso la modifica dell’art. 143 ma, al momento, tutto è rimasto come prima”. “Scioglimenti e interdittive - ha aggiunto - sono figli della politica e quando arrivano i commissari - ha concluso Paciello - si restringono gli spazi di democrazia”.
Ma protagonista della serata è stato l’ex sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo (16 maggio 2011 - 29 giugno 2020), il quale aveva già annunciato la propria candidatura a sindaco alle prossime amministrative dell’8 e 9 giugno 2024, con la lista “Resilienza Trinitapolese”. “Confido di arrivare alla verità, ripartendo da dove eravamo rimasti” è stato l’esordio dell’ex primo cittadino, utilizzando le parole di Enzo Tortora. Di Feo si è poi chiesto se esista davvero la mafia a Trinitapoli e, se sì, quale incidenza abbia avuto. E spiega che l’applicazione dell’art. 143 è possibile solo in presenza di organizzazioni mafiose o similari, e che, in caso di altro tipo di delinquenza, non è possibile procedere allo scioglimento. “A Trinitapoli, afferma di Feo - v’è presenza di delinquenza, come testimoniato da furti, rapine e incendi di autovetture di funzionari e sindaci, ma non di mafia”. “La Commissione di accesso agli atti - segnala - ha accentrato la propria attenzione su alcuni servizi: AVS, vigilanza, terreni demaniali e case popolari, per la presenza, in alcuni casi, di parenti di pregiudicati”. “Sulla vicenda rifiuti - ha tenuto a precisare l’ex sindaco - è stata annullata l’interdittiva all’impresa”. “Inoltre - ha segnalato - è naturale che durante gli eventi la presenza del sindaco viene fotografata, filmata e riportata da TV private e social, e se sono presenti persone pregiudicate si viene associati senza alcuna ragione”.
Francesco di Feo respinge ogni forma di condizionamento mafioso, specificando di non essere mai stato ascoltato da nessun magistrato o autorità di polizia giudiziaria. Poi si rivolge all’ex sindaco Emanuele Losapio: “Ha cercato di prendere le distanze dalla mia amministrazione, dopo aver lavorato fianco a fianco con me dal 2011, prima come addetto stampa e poi come assessore, per tentare di evitare lo scioglimento. Avrebbe potuto dire: sono da 10 mesi sindaco e non so cosa sia successo ieri. E invece sì è dissociato da sé stesso”. Infine, di Feo, dopo due ore, conclude il suo intervento, definendo quello di Trinitapoli uno “scioglimento politico”, sottolineando che “i consiglieri di opposizione si dimisero qualche giorno prima della notizia ufficiale”.
GAETANO SAMELE