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Battaglino (M5S): “In pentola bolle la speranza! Solo un cambio di prospettiva potrà garantire un futuro a Trinitapoli”

TRINITAPOLI - Abbiamo incontrato Domenico Battaglino, un giovane attivista del Movimento 5 Stelle che ha ricominciato a far sentire la propria voce dopo l’incresciosa scoperta di numerose balle di rifiuti provenienti dalla Campania e scaricate all’interno della ex Cooperativa “La Fenice” nei pressi della stazione ferroviaria di Trinitapoli (guarda, ndr). A Domenico abbiamo rivolto le seguenti domande.

La nostra comunità sta vivendo un periodo storico molto difficile, in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e, di recente, anche a causa dei noti episodi malavitosi che stanno offuscando il prestigio di una popolazione definita da sempre di “buun cristiòn”, di brava gente.

Se si escludono alcune iniziative messe in atto dalle parrocchie e dalle scuole, in collaborazione con l’associazione LIBERA, i partiti, i sindacati e i movimenti del nostro Casale hanno osservato un religioso silenzio. Cosa sta bollendo in pentola in un movimento come il vostro, costituito in gran parte da persone relativamente giovani?

«In pentola bolle la speranza! Le idee, i sogni, la voglia di credere ancora che esiste un “humus” in questo martoriato paese di menti oneste e volenterose disposte a contribuire per ricostruire una comunità, disposte a ripulire le periferie da gesti criminosi, come l’abbandono dei rifiuti, e a cercare soluzioni a lungo termine per lo stesso. È urgente intervenire per aiutare gli agricoltori a smaltire gli impianti idrici vetusti, suggerendo ai Commissari come procedere allo stoccaggio e smaltimento ed evitare quindi l’abbandono, o peggio dargli fuoco, perché la nostra azione politica è tesa alla salvaguardia dell'ambiente.

Il nostro ecosistema è malato e il cambiamento climatico è ormai lampante. Il nostro territorio non potrà reggere i contraccolpi di questo cambiamento, per cui è necessario sensibilizzare i cittadini a prendere coscienza del problema e spingerli a cambiare stile di vita.

Bisogna accendere pertanto i fari sullo sversamento illecito dei rifiuti indifferenziati in aree adiacenti al centro urbano e trovare delle soluzioni concrete: questa pratica rappresenta una vera bomba ecologica pronta ad arrecare un danno irreversibile alla salute pubblica! Insomma, per citare il Vangelo “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Questo gruppo ha una “vocazione del fare” e vorremmo che possa suscitare lo spirito di emulazione. Per cui attendiamo che la speranza divampi».

Ritieni che la Città di Trinitapoli possa ricominciare in futuro, dopo queste profonde ferite, a godere di ottima salute? Quale cura potrebbe essere più efficace per chi si interessa soltanto del proprio ombelico?

«Trinitapoli versa in un degrado sociale, politico, ambientale e culturale paragonabile solo ai paesi da me “visitati” in ambito militare. Con la sola differenza che in quei luoghi vi erano regimi totalitari, mentre qui la gente si è espressa con un voto “democratico”. E questo accade da 40 anni a questa parte, che “il piatto di lenticchie” viene servito e accettato. Dunque? Un futuro può esserci solo se i nostri compaesani cambiano la prospettiva di vedere le cose.

Lo spirito di una comunità deve tornare al centro dei comportamenti di ognuno. Bisogna avere la forza di guardare in avanti, piuttosto che osservare le punte delle proprie scarpe, o peggio voltarsi dall’altra parte. 

La cura? …Semplice, si chiama volontà e coraggio».

ANTONIETTA D’INTRONO