La Pastasciutta antifascista 2024 celebra la caduta del fascismo e promuove la raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata

TRINITAPOLI - Quest’anno, i promotori della 5^ edizione della Pastasciutta antifascista della Pastasciutta antifascista, che si terrà giovedì 25 luglio in piazza Pescheria a Barletta con inizio alle ore 20, sono l’ANPI BAT, l’Ambulatorio Popolare di Barletta e il Winebar Bistrot “A suon di vino” di Barletta. Ad aprire l’incontro conviviale saranno Mons. Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, Roberto Oliveri del Castillo, magistrato e scrittore, Antonello Rustico, presidente provinciale dell’ANPI BAT, ed Enzo Varricchio, avvocato, docente e scrittore. Seguiranno interventi dei rappresentanti delle sigle che hanno aderito ufficialmente alla Pastasciutta antifascista 2024.

Nel corso della serata saranno raccolte le firme per la richiesta di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.

L’origine di questa manifestazione popolare ha una data storica ed un evento ben preciso.

La notizia della caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, raggiunse la famiglia Cervi mentre era intenta a lavorare nei campi. Il fascismo finalmente cadeva dopo un ventennio di spietata dittatura, ma i Cervi sapevano bene che la guerra non era affatto terminata e che c’era ancora tanto da fare per liberare l’Italia. Decisero di festeggiare comunque quel giorno, perché per anni avevano sperato che la loro patria tornasse libera e democratica.

Si procurarono quintali di farina, acquistarono a credito burro e formaggio e prepararono pentoloni di pasta per tutti i cittadini di Campegine.

La pastasciutta offerta in piazza non fu solo un momento di festa, ma anche un modo simbolico per riappropriarsi del luogo centrale della socialità cittadina, ridotto da anni a spazio dedicato soprattutto alle vanagloriose celebrazioni del partito fascista, alle adunanze e ai saggi ginnici dei “figli della lupa”. Tutti parteciparono, compresi anche i carabinieri che erano intervenuti nella piazza per disperdere l’assembramento.

La popolarità dei Cervi aveva ormai superato i confini della loro città e, con l’arrivo dei nazisti in Emilia, la loro cantina ed il loro fienile divennero depositi per le armi dei partigiani che andavano in montagna. Anche loro, seppur per un brevissimo periodo, provarono la via dei monti, dove ebbero contatti con il parroco di Tapignola, don Pasquino Borghi. Poi tornarono in pianura, poiché ritennero fosse più importante mantenere i collegamenti con i primi nuclei partigiani che via via andavano formandosi, nascondendo le armi e diffondendo la stampa clandestina. I fascisti non tardarono però a stroncare l’intensa attività cospirativa dei Cervi; infatti, all’alba del 25 novembre 1943 li catturarono e li condussero al carcere politico dei Servi a Reggio Emilia. Stessa sorte toccò al padre Alcide, che non volle abbandonarli, al compagno partigiano Quarto Camurri e ad alcuni ex prigionieri alleati, tra i quali Dante Castellucci.

Alla fine, la casa della famiglia venne completamente bruciata dai fascisti, con le donne ed i bambini abbandonati in strada. Furono fucilati il 28 dicembre 1943.

Quest’anno, più che nelle passate edizioni che l’ANPI organizza da decenni, la Pastasciutta antifascista non solo ricorda e fa rivivere la festa di popolo organizzata dalla famiglia Cervi il 25 luglio del ’43, ma intende anche creare un’occasione di incontro fra tutti i cittadini che si riconoscono nei valori dell’antifascismo e della Costituzione italiana, perché è urgente opporsi al tentativo di scardinare le fondamenta dell’impianto repubblicano.

La sezione ANPI di Trinitapoli, intestata ai partigiani Giuseppina Urbano e al Capitano Nicola Leone, parteciperà con una numerosa delegazione di iscritti alla manifestazione di Barletta e supporterà in forze i banchi per firmare la richiesta del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.

ANTONIETTA D’INTRONO

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